Bullismo e Valori

Bullismo e Valori

di Francesca Fragale

Da ragazza sono stata Capo Scout.

Nel CNGEI, il Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani, gruppo laico e pluriconfessionale, con attitudine prevalentemente nautica. Favolosa esperienza di vita. Ricordo con orgoglio il campo con periplo del lago di Como, con le canoe costruite da noi o il giro in campo mobile dell’Olanda in bicicletta. Da ultimo guidavo insieme a Massimiliano la ‘Compagnia’, un gruppo di adolescenti.
Esperienze straordinarie, tenuto anche conto che noi Capi eravamo poco più che ventenni.
Nel nostro Gruppo venivano ammessi anche i ragazzi diversamente abili e questa regola ci ha consentito di vivere attimi indimenticabili.
A distanza di anni è rimasto un legame importante tra noi che abbiamo condiviso quei momenti, per un’acquisita fratellanza di stampo indelebile.
Ma quello che maggiormente è rimasto in me (e auspico anche nei miei ragazzi) è ben altro che il ricordo delle avventure, pur rocambolesche.
Avevamo un codice etico.
Così il più debole camminava per primo e dava il passo.
Se qualcuno aveva carenze il Gruppo sopperiva.
Eravamo solidali. Prima gli altri poi il singolo.
Camminare insieme aveva un elevato valore simbolico, era il percorso comune verso un’agognata importante Meta.
L’obiettivo sotteso era la crescita spirituale del singolo, secondo quelli che erano i Valori propugnati.
Tutto più semplice e diretto appare la comprensione di tali Valori per quanti, come me, hanno una profonda Fede cattolica e tentano, sovente in modo fallace, di applicarne i Dettami.
Ma anche per chi non crede o crede in altro non dovrebbe essere difficile riconoscere una scala di Valori che altro non sono che quelli del Diritto Naturale oltre che del Diritto dello Stato.
Mi spiego meglio: il precetto ‘non rubare’ è in vigore per il Codice penale, per il Diritto Naturale, per i Dieci Comandamenti, per i Testi Sacri, per il codice etico eccetera…
Concetti antichi, tipo da libro ‘Cuore’, quale ad esempio il disprezzo della vigliaccheria paiono desueti…
Fare la spia con malizia… ricordo bene che per noi bambini erano le peggiori accuse, più dei peccati che poi avremmo potuto confessare, come dire le bugie o disobbedire ai genitori.
‘Sei un vigliacco! Sei una spia!’, per noi era un’onta gravissima, un’accusa che ti faceva sentire sporco, inadeguato.
Prendersela con i più piccoli o i più deboli era il comportamento più aborrito in un gruppo.
Ora, una classe è un Gruppo. I bambini, prima che imparare nozioni dovrebbero avere la possibilità di apprendere le Pandette del crescere etico.
Cadere nella solita diatriba: è compito dei genitori o è compito dei docenti, sposta solo a un gradino inferiore il dibattito.
A mio modesto avviso chiunque abbia un titolo per occuparsi dell’educazione dei pargoli deve anteporre gli insegnamenti etici o religiosi.
L’ Homo homini lupus’ deve essere superato, la vigliaccheria riportata a grave disvalore.
La nostra religione cattolica ci porta a un livello diverso: ama il prossimo tuo come te stesso. Questo diverso difficilissimo obiettivo forse è utopisticamente pretendibile, stante la tensione imponente che comporta la sua attuazione.
Per rimanere al Codice dei bambini: almeno non usare violenza psicologica o fisica sui compagni di classe.
Vero è che la naturale schiettezza degli infanti li induce talvolta a una sana manifestazione di innata crudeltà, ma non può che essere compito degli adulti tentare di inculcare quelle che sono le basilari regole della convivenza civile.
Chi è più debole, chi è emarginato deve camminare per primo e dare il passo.

Francesca Romana Fragale