Il 6 di dicembre del 2011 Rosalie Bertell spedì una lettera a Ahmed Djoghlaf, segretario esecutivo della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità a Durban, lettera in cui allertava sulle conseguenze della geoingegneria climatica. Il suo appello non ha ricevuto una risposta. Morì pochi mesi dopo.

Grazie a Claudia von Werlhof e eredi della scienziata abbiamo l’opportunità di pubblicare questa sua lettera.

Geoingegneria Climatica - Rosalie Bertell

Ero grata per l’approccio diretto del Sommario esecutivo, come era stato preparato dagli editori e separato dagli autori del documento stesso. In alcuni punti il documento appariva più un pretesto per la geoingegneria, piuttosto che una valutazione seria e imparziale della proposta.

A quanto pare ci si aspetta che il pubblico abbia fiducia nel fatto che gli scienziati sappiano gestire tutti i problemi relativi ad interventi molto complessi e dagli imprevedibili sviluppi sul sistema Terra, senza badare ai pericoli, solo perché gli scienziati pensano che la società vorrebbe continuare ad inquinare. Alla conversione della nostra dipendenza da combustibili fossili nello sviluppo di tecnologie energetiche più benigne, si collegano meno incognite e / o conseguenze pericolose, di quante ne comporti la manipolazione di un sistema terrestre in delicato equilibro, con un potenziale di conseguenze pericolose estese e irreversibili dovute all’interruzione dell’interazione naturale tra gli oceani e il Sole, la ionosfera e la magnetosfera!

Abbiamo già una vasta esperienza, a cominciare dai tentativi di controllo del tempo meteorologico mediante cloud seeding (inseminazione delle nuvole) negli anni 1950, e 5 decenni di esperimenti militari progettati per garantire un “full spectrum dominance” (“predominio a spettro completo”) entro il 2020.

Il tentativo fallito delle forze armate USA di costruire uno “scudo di telecomunicazione” nella ionosfera nel 1961, per contrastare l’interferenza del vento solare con le radio-comunicazioni, dovrebbe servire come avvertimento. Hanno portato nella ionosfera 350 trilioni di aghi di rame lunghi 2-4 cm, tentando di costruire una fascia di 10 km (6 miglia) di spessore e 40 km (25 miglia) di larghezza per formare una cintura. In realtà hanno lanciato in orbita i 350 trilioni di aghi – e secondo la moglie del fisico Walter Richmond: “Abbiamo avuto il terremoto di forza 8,5 in Alaska e il Cile ha perso una buona parte della sua costa. Questa fascia di aghi di rame ha interferito con il campo magnetico del pianeta.” [Vedi: Keesings Historisch Archief (K.H.A.), 1961; e Nick Begich e Jeane Manning, Angels Don’t Play this HAARP, Earthpulse Press, Anchorage, AK 1995, p.53.]

Nel 1962, a luglio gli Stati Uniti hanno revocato il divieto di test nucleari nell’atmosfera e hanno iniziato a testare le bombe nucleari nella ionosfera. Questi esperimenti includevano “un dispositivo da un kilotone ad un’altezza di 50 km e uno da un megatone e uno da molti megatoni a diverse centinaia di chilometri di altezza”. Questi test hanno gravemente disturbato la fascia inferiore di Van Allen, praticamente distruggendola, con particelle radioattive trasportate nell’atmosfera inferiore, e annullando ogni possibilità di comunicazioni radio terrestri per diverse ore su un’area di molte miglia.

“Il 19 luglio la NASA ha annunciato che come conseguenza del test nucleare ad alta quota del 9 luglio, era stata formata una nuova fascia di radiazione, che si estendeva da un’altezza di circa 400 km a 1.600 km (250 – 1.000 miglia); può essere vista come un’estensione temporanea della fascia inferiore di Van Allen. ” [K.H.A., 5 agosto 1962.]

Più tardi, nel 1962, l’Unione Sovietica intraprese esperimenti simili, creando tre nuove fasce di radiazioni tra 7.000 e 13.000 km (4.300 e 8.100 miglia) sopra la Terra.

Da quel momento i flussi di elettroni nelle fasce di Van Allen sono cambiati in modo marcato e non sono più tornati al loro stato precedente. Gli scienziati specialisti del settore stimano che ci vorranno all’incirca un centinaio d’anni prima che tornino “normali” (se mai lo faranno).

Negli anni ‘70 abbiamo appreso che lo strato di ozono si era impoverito di circa il 4% a causa delle esplosioni nucleari da 300 megatoni eseguite tra il 1945 e il 1963. In nessuno di questi casi erano previsti i risultati di questi colossali esperimenti – né siamo stati in grado di ripristinare la normalità del nostro pianeta dopo quanto compiuto!

[NOI. Accademia nazionale USA delle scienze, Effetti a lungo termine di detonazioni nucleari multiple, 1975.]

Nel 1983, il lancio del razzo Saturno 5 ha funzionato male, e il secondo booster è bruciato nell’atmosfera a un’altezza insolita, a 300 km (186 miglia). Questo turbamento della ionosfera ha ridotto il contenuto totale di elettroni di oltre il 60% su un’area del raggio di 1–000 km per la durata di diverse ore, arrestando tutte le comunicazioni radio. Dopo questa esperienza, i militari hanno cominciato a sperimentare deliberatamente, creando buchi come ustioni nella ionosfera, usando il razzo booster e, successivamente, il sistema delle manovre orbitali. Questi esperimenti hanno causato “bagliori” artificiali nel cielo quando le particelle radioattive hanno colpito i gas nella bassa atmosfera terrestre. Durante gli anni 1980 venivano eseguiti da 500 a 600 lanci di razzi all’anno, con un culmine di 1.500 nel 1989. Ogni volo ha iniettato circa 187 tonnellate di cloro che distrugge l’ozono, e 7 tonnellate di azoto nello strato di ozono, entrambe sostanze che notoriamente lo impoveriscono. Eppure la colpa di questa distruzione è stata attribuita a deodoranti e frigoriferi! I civili sono stati costretti a far fronte a tassi più elevati di cancro della pelle, mentre nessuna preoccupazione per gli effetti su flora e fauna, agricoltura o stabilità del clima ha raggiunto la coscienza civile!

Nel 1981, la NASA iniziò a provocare buchi nella ionosfera per studiare le instabilità del plasma artificiale e le modificazioni dei percorsi di propagazione delle trasmissioni radio. Una scarica del Sistema di Manovra Orbitale di sei secondi nell’agosto del 1985 ha causato un bagliore su un’area vasta 400.000 chilometri quadrati sopra il Connecticut.

Tra il 1978 e il 1990, lo strato di ozono nell’emisfero settentrionale è diminuito di un ulteriore 4 – 8% [al di là del 4% dai test degli armamenti], e lo strato di ozono dell’emisfero meridionale è diminuito del 5-10%. Si pensa che una diminuzione del 20% eliminerebbe la rete alimentare e renderebbe la vita impossibile, eppure non ci fu uno stop! Infatti gli Stati Uniti iniziarono a lanciare missili a propulsione nucleare nel 1990, mentre si preparavano alle guerre nello spazio. Nel 1995 gli Stati Uniti iniziarono a utilizzare il gigantesco riscaldatore ionosferico HAARP, che avrebbe potuto modificare più facilmente la densità della ionosfera. Hanno creato una serie di stazioni di monitoraggio passivo, chiamate stazioni Dual Radar, per rilevare tutti i cambiamenti a livello di terra, corrispondenti all’attività di manipolazione ionosferica. Il sistema HAARP a Gakona in Alaska è gestito congiuntamente dall’esercito e dalla marina statunitensi.

Questi esperimenti militari proseguono nel 21° secolo, in particolare con la ricerca della Marina allo scopo di costruire nuvole artificiali in alta quota, ben al di sopra il livello delle nuvole normali. Sono rimasta sbalordita dal fatto che tutta questa ricerca non abbia trovato spazio nel lungo Rapporto sulla Biodiversità! Tutto questo è un segreto per la sicurezza militare? Non possiamo imparare dai gravi problemi già sperimentati dal pianeta Terra a causa dei razzi nucleari e spaziali?

La mia conclusione e la mia raccomandazione alle parti impegnate per la Biodiversità è di sospendere questo documento fino a quando non avranno avuto tempo sufficiente e accesso ai documenti per dare un’occhiata agli errori e alle sorprese costituiti dagli esperimenti nello spazio, per i quali stiamo già pagando un prezzo elevato.

Questi esperimenti del passato sarebbero da considerare esperimenti “piccoli” o “locali”, se confrontati a ciò che viene ora pianificato, sia nei termini dello spazio geografico che in quelli del tempo che richiederebbero! È questa l’eredità che vogliamo lasciare alle prossime generazioni! Il supporto perpetuo alla vita di un pianeta deteriorato e seriamente malato non è un buon futuro! Consiglierei vivamente di dare una tregua al nostro pianeta Terra e di nutrirlo nuovamente, prima di altri esperimenti mal concepiti che non badano alla biodiversità.

Siamo tutti seduti sul ramo che gli scienziati ora vogliono segare!

Presentato con tutto il rispetto,

Rosalie Bertell, Ph.D.

Medici internazionali per la medicina umanitaria

Ginevra, Svizzera, e Palermo, Italia

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Nove lauree ad honorem e numerosi riconoscimenti, tra cui il Nobel alternativo (Right Livelihood Award) che viene assegnato ogni anno a Stoccolma qualche giorno prima del Nobel, morta nel 2012 , Rosalie Bertell, si è battuta per far ottenere cure mediche alle vittime di Bhopal e a quelle di Chernobyl, promuovendo in entrambi i casi una Commissione medica internazionale.

Durante il bombardamento NATO in Jugoslavia parlò chiaramente e pubblicamente delle possibili conseguenze dell’impiego di armi all’uranio impoverito sulla popolazione. Per tutta la vita è stata dalla parte della giustizia, contro interessi molto potenti.

[Fonte articolo, immagine di anteprima e traduzione della lettera: LETTERA INEDITA DI ROSALIE BERTELL ALLE NAZIONI UNITE – SENZA RISPOSTA]