Arte e Ambiente vantano un rapporto simbiotico. Da quando il Giorgione nella “Tempesta” rese il paesaggio coprotagonista principale del suo capolavoro, fino ai ‘paesaggisti’, che lo assursero a tema unico, gli Artisti hanno prediletto la rappresentazione della Natura.
Creata da Dio, sovente è stata innalzata a filosofia, talaltra meramente riprodotta, al fine di poterne godere anche tra quattro mura.
Le Nature morte, gli animali, ritratti dapprima come corollari e poi in piano di esclusività, sono i più classici soggetti dell’Arte pittorica nei secoli.
I cieli, il mare, le campagne, da favolosi sfondi rinascimentali assunti a valore in se’.
Da Caravaggio agli impressionisti l’ossessione della ricerca della Luce, anch’essa elemento naturalistico.
Prima si parlava di Natura, sin dal ‘De rerum natura’ del primo secolo a.c. di Tito Lucrezio Caro, ora di Ambiente, forse con una visione eccessivamente antropocentrica del Mondo.
La visione classica era più aulica e donava una dignità superiore.
Ma torniamo al rapporto odierno tra Arte e Natura.
Per ‘arte ambientale’ si intende il confronto dell’artista con l’ambiente o il suo ambiente, non solo inteso in chiave ecologista, ma più spesso sociologico o storico/politico, una sorta di contestualizzazione della sua ‘poetica’.
Con la ‘Green art’ si intendono ad esempio alcune pareti di giardini verticali creati su facciate di edifici in centri urbani.
Con la ‘Green art’ si intendono ad esempio alcune pareti di giardini verticali creati su facciate di edifici in centri urbani.
La ‘Land Art, nata in New York intorno al 1968 in antitesi con la Pop Art, era un movimento di artisti che amavano operare in lande desertiche o laghi o isolate distese erbose.
La corrente pittorica dell’Effettismo che, oltre a propugnare la ricerca dello stupore emotivo dell’osservatore e della originalità dei soggetti, rifiuta l’uso della tecnologia nella Pittura e obbliga al rispetto del sistema ecologico.
Così pone attenzione allo smaltimento dei materiali pittorici, riduce al minimo l’uso della plastica, tenta di evitare l’utilizzo di pennelli fabbricati con pelo di animali. Ma soprattutto canta la Natura in tutte le sue manifestazioni, anche se non la pone a soggetto unico, perorando la libertà di tecnica e soggetti.
Oggi constatiamo un dilagante degrado ambientale, assistiamo al depauperamento delle risorse energetiche, al decadimento della qualità dell’aria che respiriamo, alla contaminazione del suolo, all’ inarrestabile surriscaldamento dell’atmosfera, al progressivo processo di estinzione di molte specie viventi.
Gli artisti oggi si trovano a dover contribuire con le loro opere e il loro comportamento etico alla salvaguardia della Natura.
FRANCESCA ROMANA FRAGALE
VICEPRESIDENTE DELL’ACCADEMIA INTERNAZIONALE ARTE MODERNA